In finanza, a differenza che nei settori industriali, la distanza geografica non costituisce un ostacolo agli scambi, né esistono impedimenti alla circolazione delle informazioni, poiché il sistema viaggia su supporto telematico, cosicché la globalizzazione dei mercati finanziari non solo è possibile, ma anche auspicabile. Prodotto per antonomasia di questo processo di globalizzazione finanziaria è il global bond, o più in generale la global issue, ossia l’emissione in più Paesi di titoli denominati in una determinata valuta. Ciò che caratterizza il global bond, ossia il collocamento di obbligazioni su scala mondiale, è il fatto che la maggior parte dei titoli, quindi senz’altro più del 50% del loro controvalore totale, siano offerti all’estero.
In altre parole, un’emissione è global quando titoli dalle identiche caratteristiche vengono collocati indifferentemente sia all’interno del Paese nella cui valuta è denominato il titolo, che all’estero, con prevalenza delle quantità sottoscritte da soggetti stranieri. L’aggettivo global pertanto non viene utilizzato per qualificare un particolare valore mobiliare, bensì fa riferimento alla tecnica di emissione: un prestito global può indifferentemente riguardare sia bond, ossia obbligazioni che pagano un interesse fisso, che floating rate notes, ossia titoli a tasso variabile.
Questa tecnica di collocamento, utilizzata per la prima volta dalla Banca Mondiale nel 1989 e sviluppatasi in particolar modo a partire dal 1993, ha in sé le potenzialità per rivoluzionare completamente i mercati finanziari: i titoli emessi con un collocamento global infatti non vengono trattati su un solo mercato, che per quanto grande, come potrebbe essere quello degli Stati Uniti, è sempre uno e quindi aperto soltanto in determinati orari; ma vengono negoziati su più mercati, in continenti diversi, e quindi sostanzialmente 24 ore su 24.
In un’ottica futura, pertanto, i mercati nazionali non avrebbero più ragione di essere, essendo conveniente per tutti, imprese e investitori, trattare soltanto titoli scambiati sul mercato globale: le prime riuscirebbero a reperire più facilmente e a migliori condizioni cospicue somme di denaro; i secondi beneficerebbero della conseguente maggiore liquidità dei titoli acquistati. Gli ostacoli allo sviluppo delle global issue tuttavia sono molti. Il principale risiede nella frammentazione delle regolamentazioni nazionali in materia finanziaria, ancora troppo diverse per consentire un largo sviluppo di questa tecnica di collocamento.